“This sounds familiar!”… questo il pensiero al primo ascolto dell’EP “Diverso” dei SoulFtaara (uscito il 24 gennaio, ndr). In un attimo mi sono sentita catapultata nel passato: un sound avvolgente, caldo, ma anche acido, acido come quell’acid jazz che negli anni ’90 ha visto il suo periodo d’oro.
Siamo portati a pensare ai conservatori come torri d’avorio in cui lo studio della musica classica predomina anche sulla creatività degli studenti. Nulla di più sbagliato. I SoulFtaara (Letizia Vitagliano – Voce, Cori – Lorenzo Zollo – Chitarra, Sintetizzatori, Programmazione – Lorenzo Catocci – Pianoforte, Sintetizzatori – Pietro Scalera – Basso elettrico, Sintetizzatore – Cristiano Caiazzo – Batteria, Programmazione) si conoscono nel 2017 tra una lezione e l’altra al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Parte da qui il loro progetto musicale che ha come filo conduttore la costante sperimentazione e la ricerca di sonorità nuove. Un sound che parte da Napoli ma che sembra provenire da Londra o da New York.
Un background musicale che si basa sul jazz, nitidamente percettibile già dalle prime note dei diversi brani. La voce di Letizia Vitagliano è perfettamente a suo agio in uno stile proprio, che non imita, che non cerca l’acuto a tutti i costi, ma che nella fluidità e nella morbidezza riporta alla mente le scale jazz e blues di Maysa Leak e di N’Dea Davenport, della Simona Bencini ai tempi delle “Matte in Trasferta” e dei Dirotta su Cuba e che valorizza i suoi testi, intelligenti e mai scontati. In questo solco si inserisce “Banalità”, il singolo rilasciato per il lancio dell’EP, che parla proprio di questo: «Dice chi insegna la musica: “devi pensare solo alla gente e non con la tua mente”», un’invettiva ironica verso il mondo della musica pop che porta al successo solo canzoni dalla rima facile “cuore-amore”.
Il pianoforte unito ai synth e il groove fanno il resto. Una qualità musicale altissima, di cui il panorama napoletano ha bisogno, a conferma di quanto la nostra terra sia una fucina di talenti del tutto credibili ma nascosti, o forse non valorizzati adeguatamente.
Insomma, questo EP, come la primavera risveglia la voglia di qualcosa di nuovo, di vibrazioni positive, di suoni liquidi e solari.
Nell’episodio n. 4 del podcast “AudioLive” potete ascoltare l’intervista a Pietro Scalera e il brano “Banalità”. Fateci sapere cosa ne pensate!