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Teresa De Sio

by Augusto De Luca
Era il 1987 e Teresa si trovava a Napoli per un concerto. Alloggiava in un albergo difronte al Castel dell’Ovo e, dopo varie telefonate, riuscii ad avere un appuntamento in tarda mattinata.
Raffinata cantautrice e straordinaria interprete partenopea, con la sua particolarissima voce ha accompagnato tanti momenti importanti della mia vita ed io, da sempre suo grande ammiratore desideravo fotografarla, ma anche conoscerla personalmente, perché mi affascinava il suo personaggio con quella folta chioma nera, che evocava un non so che di magico e misterioso.
Sorella dell’attrice Giuliana De Sio, cantante, attrice e scrittrice, è una delle artiste più importanti della musica italiana, con oltre mezzo milione di dischi venduti e uno stile unico che unisce la canzone napoletana popolare ad altre sonorità.
La sua musica è caratterizzata proprio dalla mescolanza di tradizione napoletana, jazz fusion, folk e word music. Predilige il napoletano come lingua ma canta meravigliosamente anche in italiano. Ha collaborato con artisti come Pino Daniele, Fabrizio De André e Brian Eno.
Una maga, una Circe totalmente e profondamente napoletana. Simpatica e accogliente, mi venne incontro nei saloni dell’albergo: ci sedemmo su delle poltroncine art nouveau e, sorseggiando un caffè, cominciammo a chiacchierare.
Mi raccontò che con la sorella Giuliana amava la libertà e l’indipendenza. Già da piccola aveva capito che il suo futuro era nell’arte. A cinque anni era ballerina alla scuola di danza classica del San Carlo. A undici anni smise la danza e cominciò a recitare in teatro, a diciassette anni, finita la scuola, si trasferì a Roma e iniziò a studiare recitazione ed è qui che per caso incontrò Eugenio Bennato che la sentì cantare. Lui lavorava con un gruppo chiamato Musicanova dove c’erano alcuni tra i migliori interpreti della musica folk napoletana.
Teresa poi aggiunse:
“Quando mi propose di collaborare con lui io all’inizio opposi qualche resistenza perché mi piaceva molto recitare e non mi sentivo ancora pronta per il mondo della musica e allora Eugenio disse per convincermi: “ma io ti pago”. A quel punto, visto che avevo bisogno di lavorare, accettai, ma, dopo la prima esibizione al Teatro Tenda di Roma, in sala c’era anche Federico Fellini, capii subito quale era la mia vera strada: Tra me e la musica c’è stato un colpo di fulmine”.
Continuò dicendo che ogni tanto tornava a Napoli, ma sempre meno, a causa dei vari impegni e non avendo più nessuno né una casa in questa città, veniva in albergo. A legarla particolarmente al capoluogo campano era il mare.
E disse:
“C’è una bellezza struggente nelle città di mare che ben conosce chi vi è nato e cresciuto”.
Dopo questa piacevole conversazione, ci alzammo e insieme cercammo uno sfondo per le riprese fotografiche. Fui felice di vedere il suo interesse e la sua partecipazione alla realizzazione del ritratto. Guardando in giro, piacque ad entrambi un angolo un po’ buio sulla grande scalinata in legno dell’albergo.
Allora Osvaldo, il mio assistente, montò uno stativo con una luce che illuminava parzialmente il luogo, in modo da accrescerne l’atmosfera e aumentare il contrasto con il viso di Teresa, incorniciato dalla foltissima chioma nero corvino.
Dopo qualche scatto, sicuro di avere l’immagine giusta, ci salutammo e lei mi pregò di inviarle la stampa della foto a Roma, cosa che feci dopo qualche giorno, soddisfatto del risultato finale.

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