“Il sogno di Lamont Young” è il film – documentario ideato da Francesco Carignani che ne è regista ed interprete è stato presentato presso sala cinematografica di ” In arte Vesuvio “, spazio culturale gestito da Angela e Lucia Andolfo in via Nazario Sauro, a Napoli. Più di 250 gli spettatori che sono accorsi per vedere la pellicola, ottima l’organizzazione di ” Fucina Umanistica digitale “ che ha allestito due proiezioni nella stessa serata- entrambi in sold out ed altre sono previste nei prossimi mesi.
Il film- documentario narra la storia, le vicende, le opere urbanistiche e i misteri che avvolgono la figura di Lamont Yuong, nato nel 1851 a Napoli, conosciuto ai più come ” l’inglese”.
Architetto, disegnatore, inventore, imprenditore: uomo geniale con un grande sogno nel cassetto, disegnare l’ urbainistica della città di Napoli con una moderna metropolitana, creare un ponte tra Chiaia e i Campi Flegrei con la costruzione del
” Rione Venezia”, esaltare la bellezza della città con edifici residenziali ed alberghi da cui poter mirare la bellezza dell’intero golfo fino a Punta Campanella. Young partecipò più volte al concorso per le “Tranvie a cavallo” e più volte il suo progetto non fu accolto dal Comune di Napoli, progettò e costruì a soli ventiquattro anni il Castello Grifeo , dove soggiornarono per un lungo periodo Matilde Serao e Edoardo Scarfoglio, fu proprio il figlio della coppia, Paolo, a chiamarlo:” Il re dei Castelli per aria”. In realtà tutti i suoi castelli erano progettati sfruttando l’altezza delle colline su cui Napoli insiste e da cui poter mirare uno dei paesaggi più belli del mondo.
I suoi progetti avevano nell’ intento quello di cambiare l’ urbanistica della città e di valorizzare le sue caratteristiche , l’idea di progettare 1 km di canali tra palazzo Donn’ Anna e Bagnoli avrebbe evitato di trasformare il quartiere in una conurbazione cementata votata all’ industria. L’ uomo ambivalente , con lo sguardo rivolto alla patria ed un occhio posto sulla città pensò anche alla zona bassa di Napoli colpita dall’epidemia di colera scrivendo un volume sulla bonifica. Tanti i tentativi di richieste a finanziatori privati , il progetto-magnifico, rimase su carta. La sua casa girevole posta sull’ isola di Vivara costruita secondo un suo progetto gli consentiva di guardare l’intero golfo, la sua macchina volante prototipo dell’elicottero, la passione per le automobili che lo condusse a fondare un’associazione di automobisti- antesignana della attuale ACI- e i molteplici progetti sono narrati in modo chiaro ed esaustivo da Alessandro Castagnaro, Francesco Barbagallo, Fabio Mangone, Mariateresa Como, Donatella Apicella Guerra, ultima erede di Yuong .
La pellicola ricca di elementi storici, sociali e familiari di Lamont Young e del suo tempo ideata da Francesco Carignani è stato montata con la direzione di Luigi Scaglione che ha scelto una luce nitida per il suo montaggio quasi a voler rischiarare i misteri che tutt’ oggi avvolgono il geniale architetto aglo- napoletano. Ottima la scelta di inserire i disegni di Alessandro Amoresano, che hanno dato un tocco di modernità ad una storia affascinante, a tratti leggendaria. Tanti gli spunti e le riflessioni che la pellicola pone a chi lo guarda,tra queste l’ intervista fatta dal regista al vicesindaco Laura Lieto, docente di Urbanistica presso il dipartimento di Architettura dell’ ateneo federiciano mette in luce l’incuria dell’ amministrazione che a seguito dell’incedio avvenuto nel 2000 non ha messo in campo alcuna azione di recupero e di ristrutturazione di Villa Ebe e delle rampe che prendono il nome del grande genio, incompreso.
Napoletana, laureata in Lettere con il massimo dei voti, premiata dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia per la migliore tesi di laurea in storia del giornalismo “1892-2000: Storia di un grande giornale, Il Mattino”. Giornalista dal 2002, ha collaborato con il Denaro, con Il Roma, con Il Mattino. Scrive di Arte, Musica, Teatro, Cinema, Enogastronomia e tutto ciò che è cultura.