Il canto a tenore sardo è una tipologia di canto corale sardo di grandissima espressione artistica e culturale autoctona della Sardegna. Nel 2005 è stato inserito dall’UNESCO nei suoi patrimoni orali e immateriali dell’umanità per la sua unicità.
Non ci sono notizie certe sulle sue origini, pertanto è difficile datare la nascita di questa forma espressiva di cui sappiamo che ha origini nel mondo agro-pastorale. Quasi certamente è l’imitazione da parte dell’uomo dei suoni naturali emessi dagli animali come il muggito del bue o il belato della pecora e il verso dell’agnello, affiancati dalla voce dell’uomo (sa boche) che è riuscito a dominare le forze della natura.
La prima registrazione del canto a tenore sardo è del 1929, poi non ci sono altre testimonianze fino al 1950 quando un etno-musicologo registrò alcuni brani nella città di Nuoro ad opera di un quartetto ricordato come “Sos Mannos”; generalmente il brano del canto a tenore è una poesia rimata in sardo e le voci che prendono parte al coro sono 4 o 5.
Il canto a tenore è presente in buona parte della Sardegna centro settentrionale, anche se nel corso degli anni questa tradizione si è quasi persa. Negli ultimi decenni il canto a tenore sardo sta ricevendo una rinnovata linfa vitale proveniente dai giovani che scoprono e preservano questo canto così particolare e unico con le sue sfaccettature territoriali.
Il canto a tenore sardo ci accompagna per il mese di giugno della nostra agenda Livecode 2024: per scoprire di più su questo affascinante canto polifonico vi invitiamo a consultare la pagina relativa di Wikipedia.
Foto dei Tenores di Bitti “Mialinu Pira”, licenza CC BY-SA 3.0