I nuraghi, che devono il loro nome alla civiltà nuragica che li ha costruiti, sono imponenti costruzioni antiche in pietra di forma troncoconica, presenti in diverse concentrazioni in tutta la Sardegna, che potevano raggiungere altezze anche di 25/30 metri dalle fondamenta e con un diametro alla base di circa 8-10 metri.
Costellano tutto il territorio sardo, distanti tra loro circa 3 km, anche se in alcune aree sono distanti appena poche centinaia di metri; si stima ne esistessero molti di più rispetto ai 7/8000 che riusciamo ancora a vedere, considerando che molti edifici (civili e religiosi) siano stati costruiti successivamente, prelevando materiale direttamente dai nuraghi, o addirittura edificati sopra ciò che ne restava.
Possiamo datare i primi nuraghi detti protonuraghi verso la parte iniziale del secondo secolo a. C. e per quanti studi si siano fatti su queste costruzioni, ancora non si è d’accordo su quale sia stata la loro funzione principale, che vede tra le varie ipotesi la funzione militare, quella religiosa e quella astronomica. Tuttavia, avvolte da mistero e fascino, queste antiche costruzioni secondo Franco Laner non potevano avere un singolo impiego per il grande numero di ritrovamenti; trova quindi spazio l’ipotesi che fossero costruzioni polivalenti. Resta di fatto che sono strutture che hanno dell’incredibile.
Nel 1997, a Napoli, durante la ventunesima sessione del Comitato del Patrimonio mondiale UNESCO fu deciso che Su Nuraxi di Barumini fosse scelto in rappresentanza dei nuraghi e iscritto nel registro dei patrimoni dell’umanità.
I nuraghi, misteriore e antichissime costruzioni, ci accompagnano nel mese di maggio della nostra agenda Livecode 2024, e per approfondire l’argomento vi invitiamo a leggere la pagina Wikipedia che li riguarda.