Ha l’innata capacità di far diventare strumento ritmico ogni oggetto; infatti, spesso, nei suoi dischi utilizza delle semplici “buatte” di diverse grandezze, tamburi artigianali “poveri” a percussione, ideati anche da lui stesso con scatole di vario genere, riuscendo a produrre con esse dei suoni straordinari.
È un ottimo compositore e un geniale percussionista, o meglio, un “percussautore”, come ama definirsi, termine coniato con l’amico Sandro Petrone, che sugella la sua originalità musicale, frutto di un’incessante ricerca e concentrato di ardore e curiosità e che rende riconoscibile ovunque il suo “lumumbese”, il linguaggio nuovo che è stato in grado di creare.
Nato artisticamente negli anni Settanta nell’ambito del celebre Neapolitan Power, caratterizzata dal sapiente equilibrio di tradizione e innovazione musicale, splendida celebrazione di un miscuglio di elementi musicali solo all’apparenza inconciliabili, spazia dalla cultura etnico-mediterraneo a quella di altri continenti, influenzato dalle sonorità balcaniche, cubane, africane e argentine.
Di certo il suo intenso legame con la cantante argentina Rosarillo, sua compagna nella vita, con cui si esibisce con una certa frequenza anche all’estero, gli permette di inebriarsi di influssi esotici che, inevitabilmente, riflette nelle sue composizioni.
Tra l’altro è una persona estremamente cordiale e simpatica, conversatore brillante che regala aneddoti simpaticissimi.
Quella mattina ci incontrammo al Vomero e mi portò a casa di un suo allievo per farsi ritrarre da me. Mi raccontò tanti aneddoti e i nuovi progetti che da lì a breve avrebbe realizzato.
Quando Tony inizia a parlare è irrefrenabile, è un fiume in piena e racconta con una passione e con un entusiasmo non comuni: fui io ad interromperlo, seppur a malincuore, anche se lo avrei ascoltato per ore, ma il tempo passava e ancora non avevo neanche trovato il mio punto di ripresa.
Scattai e subito capii che avevo il ritratto giusto: quella composizione mi soddisfaceva e rispecchiava le mie aspettative. Eppure, realizzai ancora molte altre foto con sfondi e strumenti diversi che forse un giorno pubblicherò.
A Tony questo scatto è piaciuto talmente che lo utilizza in diverse occasioni, lo ha addirittura pubblicato come copertina di un suo CD e di un suo libro, ‘Per chi suona la buatta – Storia di un percussautore’, scritto insieme ad Antonio G. D’Errico, e questo non può che riempirmi di gioia e soddisfazione.
Non c’è cosa più bella e gratificante di constatare che un tuo lavoro viene apprezzato e valorizzato.
Augusto De Luca, (Napoli, 1 luglio 1955) è un fotografo e performer. Ha ritratto molti personaggi celebri.
Studi classici, laureato in giurisprudenza. E’ diventato fotografo professionista nella metà degli anni ’70. Si è dedicato alla fotografia tradizionale e alla sperimentazione utilizzando diversi materiali fotografici . Il suo stile è caratterizzato da un’attenzione particolare per le inquadrature e per le minime unità espressive dell’oggetto inquadrato. Immagini di netto realismo sono affiancate da altre nelle quali forme e segni correlandosi ricordano la lezione della metafisica. E’ conosciuto a livello internazionale, ha esposto in molte gallerie italiane ed estere. Le sue fotografie compaiono in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection (USA), della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell’Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina (Pechino), del Museo de la Photographie di Charleroi (Belgio).