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Fondazione Banco di Napoli, iscritta al Memory of the world del Registro Unesco

Fondo Apodissario degli Antichi Banchi Pubblici Napoletani (1573-1809) , tra i più antichi al mondo

by Elena Barbato

Nella sede della Fondazione Banco di Napoli, è stata presentata  l’iscrizione nel Registro Internazionale del Programma UNESCO  “Memory of The world”del “Fondo Apodissario degli Antichi Banchi Pubblici Napoletani (1573-1809)”.   Presenti: Andrea Mazzucchi, Consigliere delegato del Sindaco per Biblioteche e Patto per la Lettura, Gabriele Capone, Soprintendente archivistico e bibliografico della Campania, accolti dal Presidente della Fondazione Orazio Abbamonte, che ha raccontato come si sia arrivati al prestigioso riconoscimento.

Creato nel 1992, il Programma “Memoria del Mondo” promuove il patrimonio documentario mondiale come: universale, in quanto appartenente a tutti, pienamente preservato e protetto, universalmente accessibile con il dovuto riconoscimento dei costumi culturali e delle consuetudini appartenenti a ciascuna nazione che aderisce all’UNESCO.

«Il valore straordinario, l’autentica sterminata miniera di informazioni distribuita tra i milioni di polizze – ha commentato il Professor Abbamonte – gli assegni bancari dell’epoca, conservate nelle stanze di questo edificio, ha ottenuto finalmente un meritato attestato di rilevanza e diffusione mondiale. Il coordinamento di tutte le componenti della Fondazione è stato svolto dal Direttore Generale Ciro Castaldo, che ha anche avuto il merito di saper individuare la persona che ha avuto a sua volta il carico di tenere insieme le fila delle tante attività che hanno si è dovuto porre in essere per giungere alla meta, l’architetto Maria Teresa Iaquinta. Un ringraziamento particolare, al Direttore Luciano Scala, che con la sua esperienza e competenza ha offerto un contributo decisivo alla formazione del dossier inoltrato a Parigi. E un ringraziamento particolare va a Mounier Bouscenaki, che ha, grazie alla straordinaria considerazione di cui gode presso l’Unesco, ha fatto da mentore del progetto, permettendo ad esso di essere giudicato nella giusta prospettiva”

Infine, il mio personale ringraziamento ai dipendenti tutti della Fondazione Banco Napoli e della sua strumentale, il Cartastorie, per l’impegno profuso, ciascuno secondo le proprie competenze e capacità, nel perseguimento del successo dell’iniziativa».

«L’archivio storico del Banco di Napoli è un deposito di materiale straordinario, che rappresenta la storia globale, un unicum, interessante e intrigante: un luogo perfettamente conservato, che coltiva la memoria del patrimonio scritto, sarà guidato dal neo presidente eletto Professore Marcello D’Aponte.  Il riconoscimento UNESCO è per la città un grande privilegio, che dimostra il nostro rilievo culturale, la cui importanza del tema della conservazione».

Motivazioni della candidatura: cambiamenti nel modelli di vita.

La nascita della rete dei banchi napoletani e le dinamiche che caratterizzano e accomunano la loro esistenza e il loro funzionamento provocarono, dalla seconda metà del XVI secolo, un profondo cambiamento degli schemi di pagamento e del rapporto degli individui con il denaro.

L’evoluzione nelle abitudini di gestione del denaro è stata segnata infatti, in età moderna, da un passaggio particolarmente significativo: l’invenzione della fede di credito. Nella forma di un piccolo foglio di carta autenticata dalla banca, la fede di credito si presenta come un titolo all’ordine, universalmente riconosciuto e garantito dal sistema (non da gruppi di privati specializzati), girabile a terzi (da firmare per accettazione) e corredato da una causale descrittiva, molto spesso specifica e accurata.

La fede di credito, dando forma e sostanza alla promessa di un’istituzione bancaria di convertire un titolo in liquidità, rivoluziona il modo di spendere il denaro e consente una circolazione dei beni tracciabile e descrittiva come mai prima nella storia dell’umanità.

Tale schema sarà ripreso a riferimento nel percorso di evoluzione di tutti gli istituti di credito europei. Si esaltò al massimo la funzione di mediazione negli scambi della carta-moneta, alla base della rapidità nella circolazione delle merci, tipica di una società che dal pre-capitalismo s’avvia verso un capitalismo più maturo.

Il Fondo apodissario degli antichi banchi pubblici napoletani (1573-1809) è la parte dell’Archivio Storico che documenta i rapporti con la clientela (persone, enti, organizzazioni e istituzioni) degli otto banchi pubblici napoletani operanti dal XVI al XIX secolo.

Il Fondo testimonia l’evoluzione nella circolazione di denaro passando dalla moneta all’istituzione delle fedi di credito (le bancali, antesignane dei moderni titoli all’ordine) e delle madrefedi, sorta di primordiale conto corrente. Grazie alle dettagliate causali di pagamento, il Fondo apodissario costituisce un archivio di informazioni di straordinario interesse sull’età moderna non solo del Regno di Napoli, ma anche degli Stati europei e del mondo intero.

Il Fondo apodissario – unico per estensione temporale e numero di istituti presenti – consente, infatti, ricostruzioni storiche di età moderna su scala europea ed oltre, attraverso le ricchissime informazioni legate alla specificità degli scambi nell’attività bancaria.

Più in particolare, i principali motivi di rilevanza mondiale del patrimonio documentario del Fondo apodissario si devono alla fondamentale intuizione e alla messa in circolazione delle prime fedi di credito introdotte proprio grazie alla inventiva e originalità dei banchieri napoletani. Attraverso le causali in cui erano analiticamente riferite le ragioni dei pagamenti con esse effettuati, è possibile ancora oggi ricostruire attraverso questi documenti pagine fondamentali e non altrimenti conoscibili della storia europea relativamente alla politica, alla cultura, all’arte, ai commerci, alle imprese militari, alla politica economica e creditizia di stati e banche, il tutto in una inedita prospettiva bancaria.

Significato storico (movimenti di natura economica, politica, sociale e culturale)

La natura della documentazione del Fondo apodissario, per le caratteristiche di continuità cronologica e di attinenza ai vari aspetti della vita delle comunità, illustra, con dettaglio quotidiano, movimenti di natura economica, politica, sociale e culturale non solo nel contesto dell’Europa mediterranea, ma anche in quello mondiale, in una prospettiva peculiare quale quella bancaria. Quest’eredità documentale narra dell’affermazione di un modello di stato, diffuso in tutta Europa, che utilizza il debito pubblico e il sistema del credito come principale supporto per le sue attività.

Significato sociale

Il Fondo apodissario è stato ed è un riferimento fondamentale per una larga e trasversale comunità di studiosi che, in tutto il mondo, si occupa dei fenomeni legati al rapporto tra l’uomo, il denaro e gli istituti finanziari.

Tale assunto è dimostrato dalla pluralità e qualità degli studi condotti in tutto il mondo e dallo svolgersi di importanti appuntamenti di studio internazionali anche nella sede dell’Archivio stesso.

Tra questi un importante convegno internazionale, svoltosi nel 2002, sul ruolo dei banchi pubblici napoletani nell’introduzione della carta moneta. Tale appuntamento, oltre alla partecipazione dei massimi esperti di storia economica e bancaria italiana, vide la partecipazione di studiosi spagnoli e olandesi.

Ancora più vasto fu il consesso di studi ospitato dalla Fondazione Banco di Napoli, custode dell’Archivio storico, nel 2017. L’iniziativa The Rise of Modern Banking in Naples ospitò esperti di tutto il mondo, rappresentanti di istituzioni federali statunitensi e professori di rilievo delle maggiori università europee, dimostrando la centralità assoluta e il forte legame della comunità degli storici economici con l’eredità documentale dei banchi pubblici napoletani. Basti ricordare che in tale contesto intervenne Ignazio Visco, in qualità di governatore della Banca d’Italia.

Rarità della documentazione

Gli archivi delle istituzioni bancarie sono molti e tutti ne presentano le trasformazioni e l’evoluzione nel corso del tempo. Aspetto unico del Fondo apodissario è che esso presenti nella sua integrità il funzionamento, omogeneo e duraturo, di un intero sistema di istituti di credito (indipendenti e distinti, ma capaci di riconoscersi e di parlare lo stesso linguaggio contabile) per un orizzonte cronologico di quattro secoli. La completezza della documentazione del Fondo apodissario la marginalità delle poche lacune documentali esistenti, testimoniano l’unicità di tale testimonianza.

La medesima considerazione, riguardo la natura di stretta dipendenza e collegamento con lo stato e di unicità dei soggetti produttori, si può fare sull’archivio del Monte dei Paschi di Siena e del Banco di San Giorgio, a Genova. In quest’ultimo archivio, come negli archivi storici del Banco di Sicilia, sono presenti titoli riconducibili alla natura specifica della fede di credito. Ma si tratta di adozioni postume rispetto all’adozione e al largo utilizzo di tale titolo da parte degli antichi banchi pubblici napoletani, che  risultano ad oggi i più antichi al mondo. 

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