Illuminata gallerista internazionale, Lia Rumma, salernitana d’origine ma napoletana nell’anima, è anche un’importante collezionista d’arte, e con il marito Marcello, prematuramente scomparso, è stata una delle protagoniste del mecenatismo culturale, regalando stralci di vita d’artisti.
Negli anni 80 noi artisti partecipavamo sempre a tutte le inaugurazioni delle mostre ospitate dalle quattro gallerie napoletane di Lucio Amelio, Peppe Morra, Pasquale Trisorio e Lia Rumma, appunto.
Spazi che accoglievano il meglio dell’arte e dei grandi di tutto il mondo, punti d’incontro assolutamente imprescindibili per chi amava la creatività e dove sapiente sperimentazione, unita a geniali intuizioni, permetteva di scrivere pagine nuove della storia dell’arte.
Un’occasione unica, insomma, per vedere da vicino i loro lavori e conoscerli di persona e, perché no, provare anche a farsi notare.
Nel 1999 poi Lia ha inaugurato nel quartiere Brera a Milano una nuova sede espositiva attorno alla quale gravitano prestigiosi progetti internazionali.
Quel giorno andai da lei con la mia fotocamera Hasselblad, medio formato, in via Vannella Gaetani a Napoli, dove aveva ad un piano la galleria e ad un altro l’abitazione, che comunque sembrava un museo, perché piena di opere straordinarie di importanti maestri, meravigliosamente disposte in modo armonico.
Il suo colore preferito è il nero, infatti non ricordo di averla mai vista indossare abiti di una tinta diversa. Affascinante e fine in ogni posa, da ammirare così come si fa con le sue pregevoli esposizioni.
Cominciai a guardarmi intorno in quella suggestiva casa, dove tutto trasudava di Bellezza, e mi colpirono particolarmente due sculture: la Venere di Michelangelo Pistoletto e un profilo in legno, che Mario Ceroli le aveva dedicato, e che la ritraeva diciottenne.
Immediatamente decisi di fotografarla proprio con questi capolavori; posizionai le luci e scattai. Il suo sguardo, fiero e sicuro, era sempre talmente magnetico e penetrante che non ci fu bisogno di ripetere i click.
Gli originali di queste due foto sono a colori, ma spesso preferisco proporli in bianco e nero, perché credo che ciò ne aumenti l’intensità e metta maggiormente in evidenza la struttura delle forme nell’immagine.
Augusto De Luca, (Napoli, 1 luglio 1955) è un fotografo e performer. Ha ritratto molti personaggi celebri.
Studi classici, laureato in giurisprudenza. E’ diventato fotografo professionista nella metà degli anni ’70. Si è dedicato alla fotografia tradizionale e alla sperimentazione utilizzando diversi materiali fotografici . Il suo stile è caratterizzato da un’attenzione particolare per le inquadrature e per le minime unità espressive dell’oggetto inquadrato. Immagini di netto realismo sono affiancate da altre nelle quali forme e segni correlandosi ricordano la lezione della metafisica. E’ conosciuto a livello internazionale, ha esposto in molte gallerie italiane ed estere. Le sue fotografie compaiono in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection (USA), della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell’Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina (Pechino), del Museo de la Photographie di Charleroi (Belgio).