Il ministro Bernini ed il Ministro Sangiuliano insieme al Sindaco Manfredi saranno presenti presenti alla
rappresentazione presso il Conservatorio San Pietro a Majella di un’inedita messinscena de “La zingara”, opera semiseria di Donizzetti che l’Istituto ha deciso di rilanciare con una produzione ex novo che inaugura il progetto“Officina San Pietro a Majella” (OSPaM).Ospitate nella Sala Scarlatti, le due rappresentazioni vedranno la partecipazione di maestri e allievi del Conservatorio sotto la direzione diFrancesco Ivan Ciampa con la regia di Maria Luisa Bigai.
Nelle vesti di orchestrali, coristi, cantanti e attori, saranno più di 80 gli interpreti in scena.
“Restituiamo al presente uno dei tanti capolavori custoditi nella nostra
Biblioteca grazie al lavoro sinergico di tutti i dipartimenti del
Conservatorio, coinvolti con un approccio multidisciplinare d’avanguardia
che combina, in un unico luogo, saperi e competenze differenti” ha dichiarato il presidente del Conservatorio, Luigi Carbone “Il progetto Officina San Pietro a Majella è nato per valorizzare il nostro patrimonio
documentale e, allo stesso tempo, per adeguare sempre di più la nostra
offerta formativa alle nuove esigenze del mercato musicale, declinandola in
una prospettiva di alta specializzazione.”
Paradigma del format progettuale OSPaM, il nuovo adattamento de “La zingara”ha preso il via dall’analisi del cospicuo fondo di documenti donizettiani conservato a San Pietro a Majella. In particolare, sono stati oggetto di ricerca gli unici due manoscritti completi della partitura, il libretto a stampa della prima rappresentazione e un raro copione, anch’essomanoscritto. La digitalizzazione di una delle due partiture originali,quella che si ritiene utilizzata nella prima rappresentazione al Teatro Nuovo nel 1822, ne ha consentito la lettura critica e la successiva trascrizione per orchestra moderna, orientando così l’organizzazione di
stage e laboratori finalizzati alla preparazione degli interpreti che si esibiranno il 28 e 29 aprile. La possibilità di consultazione diretta delle fonti, ritenute le più importanti dell’opera, è stata poi determinante anche per il trattamento del testo.
La stesura originale dell’abate Andrea LeoneTottola è stata adattata a standard di fruizione contemporanei: non unaparola è stata aggiunta al testo, il libretto è stato scavato per trarne linearità senza alterare la sostanza dei dialoghi.
In chiave drammaturgica, la messinscena è stata modernizzata sfruttando le
peculiarità architettoniche della Sala Scarlatti: nessun impianto
scenografico, quindi, ma azioni di grande impatto visivo che vedranno gli
attori muoversi nei diversi spazi della platea. Di notevole interesse, poi,
l’introduzione di due nuovi personaggi, dei piccoli Pulcinella: a loro il
compito di scandire i cambi di scena, richiamando tecniche di scenografia
verbale proprie del teatro shakespeariano e del teatro di inizio ‘900.
“La riscoperta de La zingara è frutto di attività di rilettura,
trascrizione, interpretazione e messinscena sviluppate all’interno del ciclo
didattico del Conservatorio. Siamo orgogliosi di aver realizzato una
produzione a “chilometro zero”, che testimonia quanto il nostro Istituto sia
ricco di professionalità e talenti” ha sottolineato Carmine Santaniello,
direttore in coming del San Pietro a Majella.
Napoletana, laureata in Lettere con il massimo dei voti, premiata dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia per la migliore tesi di laurea in storia del giornalismo “1892-2000: Storia di un grande giornale, Il Mattino”. Giornalista dal 2002, ha collaborato con il Denaro, con Il Roma, con Il Mattino. Scrive di Arte, Musica, Teatro, Cinema, Enogastronomia e tutto ciò che è cultura.