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Stampa 3D, archeologia e beni culturali: un legame sempre più solido

by Redazionale

Quando si parla di innovazione, non si può non chiamare in causa la stampa 3D. Le ricerche online su questo tema sono tantissime. Come dimostrano i dati di strumenti preziosi come Google Trends, nel nostro Paese, 60 persone al giorno cercano informazioni sul tema sopra ricordato tra un giro sui social e uno su portali di casino bonus senza deposito immediato.

Parlare delle evoluzioni della stampa 3D e delle implicazioni pratiche che la caratterizzano significa, per forza di cose, chiamare in causa il suo rapporto con il settore dell’archeologia e dei beni culturali. Si tratta di un campo legato ai saperi tradizionali, su questo non c’è dubbio. Alcuni potrebbero essere sorpresi dal sapere che, quando lo si nomina, si parla di un rapporto molto forte con il mondo della stampa 3D. Vediamo bene il volto di questo connubio sempre più solido.

Archeologia: come la stampa 3D la sta cambiando

Negli ultimi anni, il settore della cultura e dell’archeologia, nonostante le difficoltà che caratterizzano da tempo il nostro Paese, ha raggiunto numeri a dir poco interessanti. Per rendersene conto, basta ricordare i record di visitatori di alcuni dei musei più famosi della nostra penisola.

Tra gli spunti di riflessione che sorgono spontanei rientra senza dubbio il focus sull’accessibilità dei beni culturali. La stampa 3D può aiutare da questo punto di vista? Gli esempi felici lungo la penisola ci sono. Nell’elenco è possibile chiamare in causa quello del Museo Archeologico Immersivo di Acqui Terme. Questa realtà, che è stata da poco interessata dal versamento di una cospicua somma proveniente dai fondi regionali, è pronta a integrare un percorso tattile dedicato ai non vedenti già caratterizzato da un livello di altissima qualità.

Oggi come oggi, infatti, i visitatori possono apprezzare copie in 3D dei reperti conservati nel museo. Questi ultimi, sono associati a un QR code che consente di accedere a un’efficace audiodescrizione.

Come già detto, si tratta di uno dei numerosi esempi da prendere in considerazione! Un altro degno di nota ci porta invece in Lombardia, dove è possibile ammirare la ricostruzione, effettuata tramite stampa 3D, di Civitas Camunnorum. Risorsa legata al Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro di Cividate Camuno, in provincia di Brescia, è considerata dagli esperti uno strumento di grande valore per studiare l’epopea dei Romani nel territorio della Val Camonica, un luogo considerato speciale dagli storici anche per la presenza delle celebri incisioni rupestri, tra i più antichi esempi al mondo di graffiti a opera umana.

Tutte le potenzialità

Come già accennato, un oggettivo vantaggio del rapporto tra stampa 3D e archeologia risiede nell’ottimizzazione dell’accessibilità da parte dei non vedenti. Ci sono ovviamente anche altre potenzialità da prendere in considerazione. Una di queste riguarda l’utilizzo dei modelli 3D a scopo di studio. Da non dimenticare è anche il ruolo di questa tecnologia nel processo di tutela di siti archeologici che, per via del tempo che passa ma anche dell’incuria e delle criticità climatiche, si trovano in situazione di pericolo.

A dimostrazione dell’importanza di quanto appena citato, rientra la possibilità, presso diverse realtà accademiche e alte scuole, di frequentare corsi di formazione ad hoc dedicati, per esempio, allo sviluppo di competenze nel campo del restauro digitale e della scansione 3D.

Non c’è che dire: una tecnologia che ha rivoluzionato la nostra vita – per uscire un attimo dall’argomento che stiamo trattando, ricordiamo il suo ruolo in medicina e in ambito protesico in particolare – e un mondo che è tutto tranne che antico e polveroso camminano fianco a fianco.

Lo fanno per ricordarci, ogni giorno sempre di più, che la nostra storia va protetta e valorizzata e che l’innovazione può rappresentare un valore aggiunto quando si tratta di raggiungere gli obiettivi appena citati.

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