Home SezioniEventi Tra classico e contemporaneo, la nuova stagione del Teatro Sannazaro di Napoli

Tra classico e contemporaneo, la nuova stagione del Teatro Sannazaro di Napoli

by Rosanna Astengo

La nuova stagione del Teatro Sannazaro – dice Lara Sansone, direttrice artistica del teatro – è un invito a ricominciare. Rientra nel vivo! E’ una esortazione a riprendere possesso delle nostre emozioni, del piacere di vivere il rito della rappresentazione teatrale, della nostra piccola, grande normalità.

Nel segno della ripartenza ecco un cartellone pieno di proposte interessantissime, fedeli alle due linee guida che sono ormai connotative delle nostre scelte artistiche: Tradizione e Contemporaneo.

Molte produzioni e collaborazioni eccellenti che racchiudono il meglio del panorama nazionale; in totale 23 spettacoli in cartellone, più sette Prime di settimana.

Apre la stagione, il 15 ottobre, La Maîtresse, liberamente tratto da Memorie di una maîtresse americana di Nell Kimball, con riduzione, regia ed interpretazione di Gaia Aprea. Lo spettacolo è il racconto in prima persona della vita di Nell Kimball, nata nel 1854 in un “podere di sassi” nell’Illinois e morta in Florida nel 1934.

Dal 22 al 24 ottobre El blues di Loi con Milvia Marigliano e  Igor Esposito con drammaturgia di Igor Esposito e la  supervisione di  Peppino Mazzotta; una performance teatrale dove un’attrice e un poeta accompagnati da un musicista portano in scena i versi di una delle personalità poetiche più potenti del secondo Novecento italiano: il poeta Franco Loi. Un blues che si dipana attraverso quattro stazioni drammaturgiche.

Dal 29 al 31 ottobre Angela De Matteo, Massimo De Matteo e Francesco Procopio sono i protagonisti di Muratori di Edoardo Erba. La regia è di Peppe Miale.

La celebre commedia di Edoardo Erba, messa in scena per la prima volta in lingua napoletana, affronta un tema quanto mai attuale: la crisi dei teatri sempre più sacrificati per fare spazio a lucrosi mega supermercati. Tra esilaranti scambi comici e momenti di profonda riflessione, una storia di amicizia, rivincita e conflitti sociali che è un inno d’amore al teatro.

Dal 5 al 7 novembre Peppe Barra e Lalla Esposito saranno i protagonisti di Non c’è niente da ridere con la regia di Lamberto Lambertini.

Uno spettacolo al contrario, anche la scenografia raffigura un teatro dal punto di vista degli attori, con le file dei palchi sul fondo e con le luci della ribalta puntate verso la sala. In questo luogo irreale si avvicendano un attore e un’attrice (Peppe Barra e Lalla Esposito), con duetti, monologhi, canzonette e assurde parodie del teatro classico, mentre semplici oggetti di scena o consunti fondalini delineano le diverse situazioni drammatiche.

Lello Arena, dal 12 al 14 novembre, propone “Parenti serpenti” di Carmine Amoroso con Giorgia Trasselli, Raffaele Ausiello, Marika De chiara, Andrea De Goyzueta, Carla Ferraro,Luciano Giugliano ed Annarita Vitolo diretti da Luciano Melchionna.

Tutto ha inizio con un Natale a casa degli anziani genitori che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli ormai lontani. E se quest’anno gli amati genitori volessero chiedere qualcosa ai loro figli? Se volessero finalmente essere “accuditi”, chi si farà carico della loro richiesta? Luciano Melchionna, con un crescendo di situazioni esilaranti e spietate che riescono a far ridere e allo stesso tempo a far riflettere con profonda emozione e commozione.

Dal 26 al 28 novembre Rosalia Porcaro è la protagonista di Core ‘ngrato della stessa Porcaro e Corrado Ardone. Uno spettacolo comico e intimo, che racconta un amore grande ma complesso tra madre e figlia. La Porcaro interpreta tutti i personaggi femminili, e pur se il pubblico la conosce più come attrice comica, qui appare in una veste più completa. Se parliamo di cuore, di sentimenti, d’amore, di vita, come sarebbe possibile fare una divisione fra comico e drammatico?

Lo spettacolo delle feste di Natale, in scena dal 17 al 30 dicembre è Cafè chantant – su le maschere! di e con Lara Sansone con l’Orchestra e il Balletto del Cafè chantant prodotto da Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale. Una successione imprevedibile e mai uguale di performance di teatro, musica, danza e cabaret avvolge una platea fatta non più di belle poltrone messe in ordinata fila, ma di tavoli! Il pubblico viene coinvolto in una incredibile macchina teatrale totale. Un’antica tradizione rinnovata ogni anno in forme sempre diverse e al passo con i tempi. Perché l’originario Café Chantant della Belle Époque, simbolo della vita spensierata, non parlava mai al passato, ma sempre al presente e al futuro.

Dal 5 al 9 gennaio Alla festa di Romeo e Giulietta di Shakespeare/D’Errico/Sicca per la regia di Benedetto Sicca con Francesco Aricò, Clara Bocchino, Marialuisa Bosso, Emanuele D’Errico, Teresa Raiano, Francesco Roccasecca, Dario Rea

Il punto da cui si partirà è il fatto che all’interno del testo ogni festa sfocia in un funerale: la festa in cui i due innamorati si incontrano per la prima volta sfocia nel funerale di Mercuzio; la festa (mancata) delle nozze tra Giulietta e Paride sfocia nel funerale di Romeo e Giulietta.. La domanda che ci porremo e che porremo ai nostri invitati è: in che modo, c’entra tutto questo con l’amore?

Dal 21 al 23 gennaio L’Oreste.Quando i morti uccidono i vivi di Francesco Niccolini  con Claudio Casadio per la regia dello stesso Francesco Niccolini con Giuseppe Marini, uno spettacolo illustrato da Andrea Bruno.

L’Oreste è internato nel manicomio dell’Osservanza a Imola. È stato abbandonato quando era bambino. Dopo trent’anni non è ancora uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. “L’Oreste” è una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. E su come, a volte, sia più difficile andare da Imola a Lucca che da Imola sulla Luna.

Dal 28 al 30 gennaio Contractions / contrazioni di Mike Bartlett uno spettacolo di e con Valentina Acca e Federica Sandrini per la regia di Francesco Saponaro.

Un testo dal linguaggio tagliente che parla di come possiamo diventare o di come siamo già, che da un iniziale realismo ci porta nel paradosso e nel grottesco e che mostra l’invadenza di una società che ha perso qualsiasi umanità. Il testo diventa così anche un monito su come siano in pericolo e su come vadano protetti i nostri spazi di libertà, intimità, umanità e amore.

Dal 4 al 6 febbraio Marisa Laurito con Livio Beshir, Giancarlo Nicoletti, Guglielmo Poggi diretti da Giancarlo Nicoletti sono i protagonisti di Persone naturali e strafottenti di Giuseppe Patroni GriffiEmarginazione, violenza, distanze socio-culturali, violenza sessuale e psicologica, la ricerca continua di un altro che non esiste: la drammaturgia di Patroni Griffi è cruda e ironica, scandalosa e poetica, verbosa e visionaria. Ne viene fuori una tragicommedia dal sapore post-eduardiano e pre-ruccelliano, col respiro di un periodare socio – poetico, che fra cinismi, grettezze e turpiloqui ci restituisce lo squarcio di un’altra Napoli – non più la cartolina buona per i turisti, ma tutta la sbordante umanità di un “vascio”, che diventa, immediatamente, un altro mondo, un’altra realtà, una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio. Un non luogo dove, fra la comicità e il grottesco, si discute – immensamente e inconsciamente – del mondo, degli esseri umani, del sesso e della razza.

Dall’11 al 13 febbraio Enzo Moscato in Modo minore Dall’ultimo (e romantico) Carosone di ‘Giacca rossa é russetto; dall’ imperituro (e quasi modernista) Sergio Bruni di ‘O jukebox ‘e Carmela’; dall’ ironico Ugo Calise al malinconico Enzo Di Domenico; da Antonio Basurto a Teddy Reno, Mario Trevi, Mimmo Rocco, Bruno Martino, Giorgio Gaber, Luigi Tenco, Pino Donaggio, Sonny and Cher, l’ Equipe ’84, Dalida e Gloria Christian. Ecco, in sintesi, la sfilata, o defilé, di artisti, autori e ‘glamorous’ canzoni d’epoca, che attraversa Modo Minore, viaggio mnemonico – musicale, che, scanzonatamente, ma non senza il rigore dell’ attenzione e dell’ approfondimento filologico – si muove, anzi si sposta danzando discretamente – in modo minore, appunto, vale a dire in umiltà – dal cuore agli arti, dal centro al margine ( e viceversa) del complesso e al contempo leggerissimo e giocoso impero canoro – napoletano ( ed internazionale ) relativo agli ultimi tre decenni del ‘900.

Dal 18 al 20 febbraio Lina Sastri in Maria Maddalena con Filippo d’Allio (chitarra, arrangiamenti) Gianluca Mirra (percussioni) collaborazione alla messa in scena
Bruno Garofalo. Il racconto è appassionato e spietato, come la scrittura magnifica di Marguerite Yourcenar. È un canto poetico in cui prende forma una storia d’amore dolorosa e appassionata. La storia di una mancanza che segna la vita di Maria Maddalena e la condanna a un destino di solitudine e infelicità, perché segnata da un’eterna ferita d’amore: così la Yourcenar racconta la storia di questa donna che passa dall’amore innocente per Giovanni a quello appassionato per Gesù fino alla dedizione più assoluta.È un percorso inquietante e profondo nell’anima femminile. In scena con l’attrice interprete di Maddalena, due musicisti evocano musicalmente le atmosfere emozionali del racconto, che prendono corpo grazie alla voce dell’interprete.

Dal 25 al 27 febbraio Sorelle è il primo adattamento italiano di Souers, testo del pluripremiato drammaturgo Pascal Rambert che ne ha curato anche la regia. In scena ci sono Sara Bertelà e Anna Della Rosa «Non esiste una trama – dice Rambert – mi piace immaginare lo spettacolo in termini di energia. Non mi interessa raccontare una storia di conflitto ma focalizzarmi su come le interpreti incarnano il testo. Sull’energia reale e organica che scaturisce dalla relazione che i loro due corpi instaurano nello spazio. Quando dico che si tratta di uno scontro tra due sorelle, dico tutto e allo stesso tempo niente. La forza del conflitto risiede, infatti, su due elementi: il potere dello scambio verbale e l’eco che questo genera nello spazio e nel tempo. È qualcosa che si rinnova ogni sera e che richiede un notevole sforzo fisico».

Dal 4 al 6 marzo Luca De Fusco dirige Lara Sansone ne La locandiera con Francesco Biscione, Vittorio Ciorcalo, Cinzia Cordella, Gennaro Di Biase, Giacinto Palmarini, Gilda Postiglione. Una trasposizione di Goldoni negli anni ’50 che il regista presenta così: “Ritrovo ne La Locandiera la perfezione della drammaturgia goldoniana, il suo meccanismo a mosaico che la rende perfetta se la compagnia è dotata di tutte le tessere giuste. Il regista deve rispettare ed anzi sforzarsi di riprodurre il mosaico ma può poi darsi delle libertà interpretative. Per la terza volta ho ambientato Goldoni negli anni ’50.Trovo che ci sia un’analogia tra la freschezza e l’ottimismo della nascente borghesia italiana del ’700 e quello della borghesia italiana degli inizi del boom economico del secolo scorso. Le trasposizioni, a mio avviso, rivitalizzano i testi e ne dimostrano l’eternità”.

Dall’11 al 13 marzo Le Baccanti  di Euripide traduzione e adattamento Laura Sicignano e Alessandra Vannucci per la  regia di  Laura Sicignano. Siamo nella stanza di un museo infestato da presenze malefiche, che forse è la traduzione spaziale della mente di Penteo, uno spazio geometrico e razionale, ma minacciato da muffe e infiltrazioni, inquietudini e desideri violentemente repressi.  Qui si manifestano apparizioni e scomparse di sogni e di inconfessabili desideri. Siamo in un circo demoniaco, dove regnano metamorfosi e travestimento. Su musica elettronica, le donne corrono con i lupi: streghe e femmine folli di Dioniso, le Baccanti sono un piccolo esercito impeccabile di principesse inservienti pronte a danzare e a sbranare, sfuggono allo stereotipo dello sguardo maschile e sono libere.

Dal 18 al 20 marzo ci sarà The night writer. Giornale notturno testo, scene e regia di Jan Fabre con Lino Musella.

Jan Fabre di notte scrive e disegna. Le trasposizioni, a mio avviso, rivitalizzano i testi e ne dimostrano l’eternità raccoglie, come in un flusso, i suoi pensieri sull’arte e sul teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sul sesso, sull’amore: dai vent’anni di un giovane di provincia, sino alla maturità dell’artista celebrato in tutto il mondo. Come in una confessione, un mettersi a nudo con spregiudicatezza, con ironia e crudeltà, il copione raccoglie diverse pagine dei diari personali dell’autore, oltre a brani tratti dai suoi scritti per il teatro.

Dal 25 al 27 marzo Ovvi destini di Filippo Gili con Vanessa Scalera e con Pier Giorgio Bellocchio, Anna Ferzetti, Daniela Marra, per la regia di Filippo Gili. ‘Ovvi destini’ è una tragedia contemporanea da mettere in scena con la consueta passione per la concretezza. Per questo saranno Anna Ferzetti, Daniela Marra e Vanessa Scalera a interpretare questo gruppo di famiglia. Per la loro straordinaria inclinazione ad una recitazione concreta, e per la loro bravura a far diventare ‘concreto’ non il quotidiano ma, come in questo caso, le tragiche e paradossali ‘ore limite’ di una intera vita, di una intera famiglia.

Ettore Bassi è il protagonista, dall’1 al 3 aprile Il sindaco pescatore tratto dall’omonimo libro di Dario Vassallo per la regia Enrico Maria Lamanna testi di Edoardo Erba. Si racconta e soprattutto si ricorda la storia di un eroe normale, Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore. Un uomo normale e straordinario in una regione malata e straordinaria come la Campania. Un uomo che ha sacrificato con la sua vita l’impegno di amministrare difendere e migliorare la sua terra e le sue persone. La sua opera di uomo semplice onesto e lungimirante attraverso l’inizio della sua carriera politica, i successi straordinari ottenuti sul campo del Cilento nell’ottica del Bene Comune, compresa l’operazione Dieta Mediterranea assunta grazie a lui a Patrimonio dell’Unesco, fino al suo tragico epilogo.

Dall’8 al 10 aprile Cristina Donadio è la protagonista di Je suis kiki di Igor Esposito con Marco Zurzulo Ensamble. Una produzione Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale. Nel testo la Donadio racconta una donna schiava dell’immagine come erano Marylin Monroe e Mia Martini del mio spettacolo del 2014: una figura persa, drogata di cocaina e di assenzio, incapace di fare i conti con chi era vent’anni prima, con l’immagine fotografata da Man Ray o dipinta da Modigliani.

Dal 22 al 24 aprile Berretto a sonagli di Luigi Pirandello con Chiara Baffi,  Gigi Savoia regia Massimiliano Gallo. Una commedia il cui meccanismo perfetto ti porta a parteggiare apertamente per il protagonista, in un quadro quasi sprezzante di quella borghesia così sapientemente rappresentata dall’autore.Uno spettacolo pregno di emozioni e sentimenti, pieno di quel sangue non espresso dalla “corda pazza”. È questa una delle missioni del Teatro, raccontarsi, mettere in scena i personaggi, in un luogo di confronto. Mettersi a nudo, come davanti ad uno specchio. Ma a Teatro lo specchio sarete voi…

Dal 29 al 30 aprile e il 1 maggio Nadia Baldi firma la regia di Ferdinando di Annibale Ruccello con Gea MartireChiara BaffiFulvio Cauteruccio.
Francesco Roccasecca, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, andato in scena per la prima volta il 28 febbraio 1986. L’opera ha vinto due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, il secondo nel 1986 come miglior messinscena. Questa nuova versione ha ricevuto due nomination ai Premi Le maschere 2017 per Chiara Baffi e Le maschere 2018 per Chiara Baffi e Francesco Roccasecca.

Dal 6 all’8 maggio sarà in scena Laura Marinoni con La Gilda un progetto firmato dalla Marinoni e Alessandro Nidi da La Gilda del Mac Mahon di Giovanni Testori. Mi sembra di conoscerla, la Gilda. E la lingua stupefacente con cui l’autore la fa parlare, come un torrente in piena; quella vitalità senza freni che racconta la fatica di sopravvivere e la passione incontenibile per il sesso sì, ma soprattutto per l’amore.Testori mi commuove, sempre. Ho tanta voglia di farla vivere, questa Atomica dei quartieri bassi, che si vende per far uscire di galera il suo Gino e poi viene scaricata proprio in ragione del suo “darsi intorno”. Mi assomiglia la sua tenacia, la sua purezza.

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