Ha solo poche ore ma è già un grande successo: The Radio 2021, la nuova produzione firmata GetFar, ovvero Mario Fargetta, LennyMendy (aka Luca Mendini) con la voce nu-soul di Sergio Sylvestre.
Un disco che promette di farci tornare a ballare nelle notti d’estate, nell’attesa che la pandemia resti solo un ricordo, seppur tremendo, e soprattutto che riaprano i club, i luoghi d’elezione del popolo della notte e di chiunque ami ascoltare la musica dance mixata come ai vecchi tempi dai dj che, nonostante il progresso della tecnologia, riescono ancora ad emozionare il pubblico con le tecniche di mixing eseguite rigorosamente dal vivo, insomma come si dice in gergo, “a tenere la pista”.
Mario, The Radio 2021 è la riproposizione di un tuo grande successo del 2009 che contiene il campionamento di un brano di Angelo Branduardi (“il giocatore di biliardo”, ndr). Cosa c’è di nuovo in questa versione?
«E’ nata perché c’era la voglia di riproporla ovviamente con i suoni recenti, però ci sono state due difficoltà: la prima, cercare di recuperare la cantante della versione 2009; non sono riuscito a rintracciarla e allora mi sono detto “ok, faccio una cover, troverò un’altra cantante all’altezza”…l’ho fatta cantare ad una vocalist americana con una voce molto bella, ma purtroppo quando è arrivato il provino non era minimamente paragonabile allo splendido cantato che aveva eseguito lei, H Boogie, la cantante della versione precedente. Non potevo uscire con un prodotto che avesse altre intenzioni ed altri presupposti, e quindi ho cercato nel polo opposto, ho deciso di farla cantare ad una voce maschile, andando controcorrente. Però avevo bisogno di una voce bella. In quel periodo ho conosciuto Sergio Sylvestre, gli ho proposto il progetto, lui era entusiasta e così la magia si è avverata»
E’ stato sicuramente un lavoro che è partito in un momento particolare, durante l’emergenza. Com’è stato lavorare in questo momento, in termini di processo produttivo e creativo?
«Quando Sergio ha fatto la prova di voce sulla base che gli abbiamo mandato ho capito subito che c’era, andava un po’ corretta nel canto, quindi la seconda volta ci siamo ritrovati tutti in studio, ovviamente con la mascherina, e così ho potuto correggerlo nel canto, naturalmente lui è molto bravo ma c’erano delle intenzioni che andavano messe a punto. Poi la svolta è stato alzarlo di due toni, e la canzone ha preso il volo.»
In questo periodo come sta la dance italiana, ma soprattutto come stanno i dj italiani?
«Beh credo che i dj siano tutti disperati perché non lavorano più, speriamo solo che esca questa direttiva del governo per riaprire finalmente le discoteche, speriamo si inizi ad intravedere un po’ di luce. Ormai credo che siamo in un periodo in cui la situazione può solo migliorare se tutti ci vacciniamo, perché il vaccino è l’unico modo di combattere questo virus, poi possono arrivare tutte le varianti, delta, inglese, però l’importante è essere tutti vaccinati per contenere la pandemia. Però vedo che in generale stanno tutti bene, tanti dj sono tornati in studio e producono nuova musica, ma il periodo resta difficile perché è sempre più difficile emergere, è sempre più difficile far sentire la propria musica, è una bella battaglia.»
E qual è per te la soluzione per farsi sentire?
«La soluzione è fare una hit, ma la hit non la fai andando in studio, incidendo e dicendo “ho fatto una hit!”, la hit può uscire anche dopo un anno, un anno e mezzo dalla realizzazione perché o hai un nome affermato come i top dj nel mondo che appena escono con una canzone che è anche bella il brano prende subito il volo, oppure devi sempre ricominciare daccapo, cioè devi fare una canzone di cui tutti si accorgano piano piano fino a quando non diventa una hit: un esempio di gruppo italiano che ha fatto esattamente questo percorso è quello dei Meduza.»
Quello del clubbing è un settore che fatica a ripartire: se potessi lanciare un appello, dare una soluzione pratica ai nostri politici, a chi sta gestendo la pandemia, cosa diresti loro?
«Purtroppo non si può fare niente, e neanche i proprietari dei club possono fare nulla, questo periodo è un momento storico, possiamo solo aspettare che tutto si risolva e che soprattutto diano il via alle danze. Il clubbing deve ripartire in tutto il mondo non solo in Italia. Ci sono dei paesi nel mondo in cui la situazione non è ancora risolta, hanno annullato di nuovo il Tomorrowland e i dj che avevano preso impegni per quelle date si sono ritrovati scoperti. Insomma, la situazione è in via di miglioramento ma come diciamo sempre noi in radio “non è un liberi tutti”. Credo anche che quando ripartirà tutto molti locali non riapriranno perché la pandemia li ha danneggiati irreparabilmente. Questo anno e mezzo ha cambiato tutto. »