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I Gladiatori al MANN

by Giulia Garzia

Mirmillone, Trace, Provocator, Retiario… i gladiatori in epoca romana avevano molti nomi, assegnati in base al “ruolo” che interpretavano nell’arena. Avevano armature e armi peculiari che davano loro background per l’interpretazione di un personaggio. Tutto per lo spettacolo.

I gladiatori, che erano perlopiù schiavi o persone condannate venivano ospitati in familia e facevano giuramento al lanista, un impresario che sosteneva le spese per il loro mantenimento presso la propria schola.
Seguivano una dieta specifica, avevano dei preparatori atletici e una routine molto simile a quella di un atleta di livello mondiale dei nostri giorni.

La mostra “Gladiatori” al MANN che resterà in calendario sino al 6 gennaio 2022, si presenta come il racconto della quotidianità di questi mitici personaggi, ne raccoglie tutti gli aspetti donando al visitatore una visione globale dalla quale viene avvolto appena approda nella grande sala della Meridiana del Museo Archeologico di Napoli.

Le armi, le armature, gli strumenti chirurgici usati per medicare i lottatori, i resti di orzo, lenticchie e farro trovati in area vesuviana, splendide ricostruzioni in digitale che agevolano l’immaginazione restituendo i tratti di una vita vissuta fatta di gesta tragiche e di testimonianze tremende.
Tutte tessere che compongono il mosaico di una figura storica collettiva, poco conosciuta nella sua individualità e quotidianità.

Tra i reperti esposti di notevole interesse è il grande mosaico pavimentale di Augusta Raurica che risale alla fine del II sec. d.C. e proviene dall’omonimo sito romano, sul pavimento sono rappresentate scene di combattimento su una superficie di eccezionale estensione. Ma la mostra si pregia anche di piccoli pezzi, meno pregiati ma che testimoniano la storia dei gladiatori con la stessa forza prorompente come il piccolo graffito con animali proveniente dagli scavi romani di Aventicum e conservato nel Musée Romain di Avenches.

A completare il ritratto, al centro della sala, tre scheletri, provenienti dal sito di Driffield Terrance, York, ritrovati in una vasta necropoli di gladiatori, muti testimoni della storia ma ricchi di indizi per decifrarla, i reperti ossei infatti appartengono ad uomini di differenti età (20/20 anni, 18/25 anni e 36/45 anni) e restituiscono una serie di elementi utili alla ricostruzione dell’area di provenienza e del regime alimentare dei lottatori, oltre alle tracce, grazie alle quali nei laboratori della York Archaeological Trust hanno realizzato una ricostruzione digitale dell’aspetto in vita dei defunti.

Gladiatori” si può definire una mostra completa, che descrive in maniera lineare e approfondita una delle figure storiche più misteriose e inflazionate di sempre, una mostra che a preso molto sul serio il fine didattico e divulgativo realizzando uno storytelling chiaro e accattivante e che forse farà da apri fila ad un percorso evolutivo museale incentrato sulla sensibilizzazione delle nuove generazioni alla storia e ai beni culturali del nostro territorio e del mondo.

www.museoarcheologiconapoli.it

 

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